Backstage – Le evoluzioni della politica viterbese

Backstage – Le evoluzioni della politica viterbese

Homepage - Ci sono un po' di cosette da segnalare e sottolineare nella settimana che si sta concludendo. Episodi che meritano qualche considerazione a margine.

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Ci sono un po’ di cosette da segnalare e sottolineare nella settimana che si sta concludendo. Episodi che meritano qualche considerazione a margine.

CENTRODESTRA Lo spettacolo che sta offrendo la neonata maggioranza in Consiglio comunale appartiene alla categoria del comico o del tragico, a seconda dei gusti. Non riuscire a trovare la quadra sulla nomina dei presidenti della commissioni consiliari a poco più di un mese di distanza dalla nascita dell’amministrazione pone seri interrogativi sulla tenuta del centrodestra. Su 5 organismi, solo in 2 è stato raggiunto finora uno straccio di accordo: in seconda commissione e in quarta. Nel primo caso, una scelta non rinviabile perché doveva affrontare il tema del bilancio consuntivo che va approvato entro il 31 luglio. Un lavoro messo a punto della precedente amministrazione sul quale c’era ben poco da intervenire. Il secondo merita invece qualche approfondimento. Intanto resta una brutta sensazione di inadeguatezza e di pressapochismo: le forze in campo si guardano in cagnesco, ognuna pronta a rivendicare prebende e poltrone.

Lodevole ma abbastanza stantio l’intervento di Giulio Marini: c’è stata un po’ di febbre, ma con la Tachipirina passa tutto. Mah… Intanto Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia vanno avanti a spintoni. Sono forze sostanzialmente uguali che, per diversi motivi, cercano di imporsi sul territori. I forzitalioti in virtù di una tradizione storica (in verità abbastanza appannata); i fratellitaliani per una solida presenza nella Tuscia; i verdi perché spinti in alto dai sondaggi nazionali che lanciano in orbita i seguaci di Salvini. E poi c’è Fondazione che quel vecchio lupo della politica di Santucci pilota con piglio sicuro, pronto ad approfittare dei passi falsi altrui (che non mancano). In generale, un insieme di sciatteria e di reciproca incomprensione che non potrà non avere riflessi sul futuro della coalizione, se non si interverrà in tempo.

PARTITO DEMOCRATICO L’altra faccia politica degli ultimi giorni è rappresentata dal voto favorevole all’elezione di Stefano Caporossi (Lega) alla guida della quarta commissione da parte del Pd. Un appoggio non richiesto e inutile, visto che la maggioranza (obtorto collo) lo aveva votato in modo compatto. E allora perché associarsi? Le spiegazioni di Ciambella e Minchella sinceramente non convincono: una scelta sulla qualità della persona e in nome dell’interesse comune. Detto che non si toccano mai le qualità personali, va ribadito che qui si parla di politica. E la decisione dei democrats di votare un esponente della Lega che negli anni non ha mai risparmiato pesantissime critiche all’intero sistema Pd (locale e nazionale) sembra scelta molto opinabile, a meno che non ci siano dietro ragionamenti così laboriosi da non poter essere compresi e nemmeno percepiti dalla gente comune.  Lo stesso ex assessore Alvaro Ricci si è candidamente dissociato da un voto che resta incomprensibile ai più.

Se il Pd viterbese (o meglio quel poco che ne resta) pensa di poter cominciare la traversata del deserto con mezzucci di tal fatta, commette un errore grossolano. E peraltro vien da domandarsi come mai a distanza di mesi dalla doppia debacle elettorale (prima le politiche, poi le amministrative) non sia ancora cominciata una disamina onesta di quello che è successo: una vera e propria autocritica, assolutamente necessaria per porre le base per ripartire. Non se ne parla proprio. E poi ci si meraviglia che il Pd abbia raccolto un miserrimo 8% alle ultime comunali…

TURISMO In settimana, gli stati generali del turismo. Molte cose dette, molte proposte, qualche polemica. Il tema è caldissimo, al di là del clima estivo. Non è più tempo di chiacchiere: bisogna agire e fare presto. Piuttosto, vale la pena sottolineare che in quella sede nessuno ha avuto il coraggio di tirar fuori la storia del Distretto turistico dell’Etruria meridionale. Fu lanciato in pompa magna durante l’era Michelini con protagonista assoluta l’allora vice sindaca e con la benedizione anche dell’allora ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. A dire il vero, il progetto era stato abbandonato già dalla precedente amministrazione: evidentemente anche loro si erano resi conto della vacuità di una proposta senza sbocchi. E a sostenere questa tesi era stato Gianni Bastianelli, capo dell’Enit, uno che di turismo ne sa molto più di qualunque altro in Italia. “Gli Etruschi non sono turisticamente attrattivi” aveva sentenziato impiombando un’ipotesi suggestiva, ma scarsamente produttiva. La povera principessa Ati dovrà attendere a lungo il principe azzurro che possa risvegliarla. Anzi, probabilmente quel bacio non arriverà mai.

Foto Fisioterapy Center

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