Backstage – Le anomalie della normalità

Backstage – Le anomalie della normalità

Homepage - Viviamo davvero in un Paese strano. Dove quello che dovrebbe semplicemente essere normale e da tutti accettato, diventa immotivatamente complicato e contorto; e dove quello che invece dovrebbe essere unanimemente condannato diventa normalità.

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Viviamo davvero in un Paese strano. Dove quello che dovrebbe semplicemente essere normale e da tutti accettato, diventa immotivatamente complicato e contorto; e dove quello che invece dovrebbe essere unanimemente condannato diventa normalità. Un esempio concreto? La recentissima legge sui vaccini. Ma perché c’è stato bisogno di un intervento legislativo per obbligare i genitori a vaccinare i propri figli? Non si sa. Si sa solo per certo che, negando ogni evidenza scientifica, taluni hanno cominciato a considerare le vaccinazioni un danno per i più piccoli. E questa teoria non suffragata da alcun dato di fatto si cominciava ad allargare a macchia d’olio con conseguenti e ingenti danni per gli ignari bambini, per quelli degli altri e per l’intera comunità. Una vergogna a cui il governo (non senza qualche tensione interna) ha pensato bene di mettere un freno con un decreto urgente che adesso dovrà essere convertito in legge dal Parlamento. Sulla questione avevano provato a metterci il cappello anche i pentastellati che, almeno in un primo momento, s’erano schierati contro l’obbligo salvo poi cambiare idea (come spesso accade, peraltro) quando erano arrivate rampogne e critiche anche a livello internazionale.

Un altro recentissimo caso riguarda la telefonata dell’ex premier Renzi al padre a proposito del caso Consip. Al di là degli eventuali aspetti penali dei quali si occuperà la magistratura, c’è qualcosa che non funziona. Il succo del discorso sta nel passaggio in cui Matteo, il figlio, invita Tiziano, il babbo, ad andare dai giudici e dire tutta la verità. E cosa c’è di tanto strano in tutto questo? Su un episodio del genere, però, è stato montato uno pseudo scandalo che non ha obiettivamente alcuna ragion d’essere. Il ri-segretario del Pd ha fatto ciò che qualunque persona normale dovrebbe fare in casi del genere: sollecitare a dire la verità. Se le indagini accerteranno che Renzi padre ha mentito o ha avuto comportamenti penalmente rilevanti, ci saranno processi e forse anche condanne. Solo a quel punto si potrà chiedere conto a Renzi figlio e chiamarlo nel caso ad assunzioni di responsabilità. Farlo oggi è una forma di barbarie al quale un Paese democratico dovrebbe sapersi ribellare.

L’obiezione consueta è che Berlusconi fu sottoposto ad identica gogna mediatica. Il che è vero, almeno in parte, ma non si dovrebbe dimenticare che fu la stessa moglie dell’epoca, Veronica, a denunciare certi comportamenti addirittura con una lettera a Repubblica. E comunque la questione riguardava direttamente la persona, non un parente per quanto stretto. Perché poi le eventuali colpe dei padri dovrebbero ricadere sui figli in una sorta di nemesi che nel terzo millennio ha davvero poca sostanza?

Infine, la questione monnezza a Roma. Il dato di fatto è che la città è sporca, che la raccolta dei rifiuti funziona poco, che soprattutto non si sa come smaltirli e che la differenziata è solo una chimera. Di fronte a questo sfacelo, la sindaca Raggi si impegna a risolvere il problema entro il 2022, cioè fra 5 anni. Ma il problema è adesso e i cittadini vogliono risposte subito, non fra un anno o 2 o 5. Non solo, ma la perla più eclatante si concretizza quando sempre lei, Virginia, accusa Governo, Regione e Municipi per la situazione attuale. E il Comune? No, quello è innocente. Anzi, per la precisione, è vittima. Aveva ragione Totò: “Ma mi faccia il piacere”…

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