Backstage – Il turismo è una cosa seria…

Backstage – Il turismo è una cosa seria…

Homepage - Ci risiamo. La partecipazione della Tuscia alla Bit (Borsa internazionale del turismo) di Milano suscita l'entusiastica approvazione del mondo politico viterbese. Esultanza bipartisan e comunque immotivata. Perché? Per il semplice che, come al solito, al di là delle dichiarazioni di maniera non si va

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Ci risiamo. La partecipazione della Tuscia alla Bit (Borsa internazionale del turismo) di Milano suscita l’entusiastica approvazione del mondo politico viterbese. Esultanza bipartisan e comunque immotivata. Perché? Per il semplice che, come al solito, al di là delle dichiarazioni di maniera non si va.

Attacca il consigliere regionale Enrico Panunzi (Pd): “La Tuscia, protagonista alla Bit Milano, è custode di uno straordinario patrimonio artistico e naturalistico, fatto di ville, piccoli borghi e paesaggi unici che meritano di essere visitati e vissuti. La Regione Lazio, con l’assessore Lorenza Bonaccorsi, lo sta facendo con ottimi risultati. Preziosa la collaborazione con la Camera di commercio di Viterbo promotrice del progetto Tuscia experience, che consiste nel proporre al visitatore di muoversi alla ricerca di un’esperienza unica, diversa, irripetibile che permetta di ampliare le proprie conoscenze, di approfondire la cultura e la tradizione dei luoghi e immergersi nella vita degli abitanti e nelle loro abitudini quotidiane”. Ineccepibile. Come non essere d’accordo?

Gli fa eco l’assessore comunale alla cultura, turismo e grandi eventi Marco De Carolis (Fratelli d’Italia): “Viterbo dovrà essere presente a tutte le principali fiere nazionali e internazionali dedicate al turismo. Mi impegnerò affinché la nostra città abbia un ruolo da protagonista in occasione di manifestazioni come la Borsa internazionale del Turismo. E questo significa investire in progetti, idee, iniziative e risorse economiche. Significa portare avanti un percorso mirato alla promozione del nostro territorio e a concretizzare le diverse opportunità di crescita. Un ringraziamento lo rivolgo alla Regione Lazio per la strategica collaborazione e anche e soprattutto per aver garantito ampia visibilità al nostro territorio per l’intera durata della storica manifestazione fieristica, dedicata a operatori turistici e viaggiatori di tutto il mondo”. Perfetto. E che si può dire di più?

E invece qualcosa bisogna aggiungere. Una semplice, banale domandina: quali e quanti accordi sono stati stabiliti con i tour operator di tutta Europa e del resto d’Italia? Se non contratti sottoscritti, almeno contatti ne sono stati presi? Non è dato sapere. Parliamoci chiaro: nel nostro Paese posti da visitare e da vivere ce ne sono davvero tanti. C’è solo l’imbarazzo della scelta. E perché dunque i grandi organizzatori turistici dovrebbero scegliere la Tuscia? Non bastano le bellezze naturali, artistiche, architettoniche, l’enogastronomia e il contorno: servono proposte valide sul piano economico. Insomma, ai tour operator vanno messi davanti pacchetti concreti e convenienti. E’ stato fatto? Non si sa.

Questo è il punto nodale di tutta la vicenda. Riempirsi la bocca di magniloquenti elogi non serve a nulla: ci vogliono fatti incontrovertibili. E finora (da decenni a questa parte) non se ne sono visti. Perché il turismo è una faccenda seria: una miniera che va sfruttata e della quale finora non sono cominciati nemmeno i primi scavi. Questa è la sola, drammatica verità.

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