Backstage – Il Pd e le strane alleanze forzate

Backstage – Il Pd e le strane alleanze forzate

Homepage - Si avvicina il tempo delle elezioni del segretario del Pd. Una lotta a tre fra l'uscente (e favorito) Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il governatore della Puglia Michele Emiliano. Non sembrano esserci troppi problemi per il ritorno dell'ex presidente del Consiglio alla guida del partito, posizione dalla quale si accingerebbe successivamente a tentare di spiccare nuovamente il volo verso Palazzo Chigi.

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Si avvicina il tempo delle elezioni del segretario del Pd. Una lotta a tre fra l’uscente (e favorito) Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il governatore della Puglia Michele Emiliano. Non sembrano esserci troppi problemi per il ritorno dell’ex presidente del Consiglio alla guida del partito, posizione dalla quale si accingerebbe successivamente a tentare di spiccare nuovamente il volo verso Palazzo Chigi. Impresa decisamente più complicata rispetto alla riconquista della segreteria democrat: i pronostici danno Renzi in deciso vantaggio su Orlando, mentre la posizione di Emiliano appare abbastanza residuale. Ma è meglio non sbilanciarsi troppo quando si tratta di elezioni, tanto più che in molti nel Pd (e non solo ai vertici) sono piuttosto contrariati – tanto per usare un eufemismo – per il modo di fare del leader toscano, accusato di andare avanti a testa bassa senza tener conto delle opinioni altrui. Maniere abbastanza brusche e autoritarie, che si sono concretamente manifestate in occasione del referendum dello scorso dicembre, quando Renzi riuscì nell’impresa di isolare il Pd (e nemmeno tutto) contro l’universo mondo. Con il risultato di andare a sbattere in una rovinosa sconfitta sancita da un pesantissimo 60 a 40.

Questo è il quadro generale nel quale anche la piccola Tuscia cerca di ritagliarsi un straccio di spazio. E qui si registrano le sorprese maggiori. A sostenere Renzi si ritrovano personaggi, dirigenti e pubblici amministratori che mai avrebbero potuto immaginare di stare dalla stessa parte della barricata. Il grosso dei consensi arriva dal gruppo fioroniano, storicamente forte nel capoluogo, assai meno nel resto della provincia. Tanto che nella spartizione delle poltrone di segretario provinciale e comunale (in nome di un’unità solo fittizia e di facciata), la prima fu appannaggio di Andrea Egidi (esponente della sinistra del partito), la seconda di Stefano Calcagnini. Al fianco di Peppe da Pianoscarano si schiera proprio l’attuale segretario: nel corso degli anni, tra alti e bassi, mai i rapporti tra i due sono stati particolarmente amorevoli. Anzi, a dire il vero, le pizzicate reciproche sono state piuttosto numerose e frequenti e anche acide, talvolta. Adesso, contro ogni previsione, si ritrovano a correre per aiutare il medesimo capitano.

Ma le sorprese non finiscono qui. A sostenere Renzi, ci sarà naturalmente anche il renziano della prima ora Francesco Serra, il cardiologo che proprio Fioroni non volle come candidato sindaco nel 2013, preferendogli il moderato Michelini, sostenuto anche da larghe e decisive fette di centrodestra. Proprio quelle frange che poi consentirono all’imprenditore di vincere le primarie e successivamente di battere Marini al ballottaggio. Un’operazione che, almeno inizialmente, sembrava vincente e che invece col passar del tempo ha mostrato limiti considerevoli. La lista Oltre le mura, nata appunto per accogliere i transfughi del centrodestra, di fatto si è ridotta a ben poca cosa: Insogna, Moltoni e Taborri sono passati all’opposizione. Esattamente la metà dei 6 eletti: oggi restano fedeli al primo cittadino Simoni, Ciorba e Mecozzi (quest’ultimo subentrato al posto dell’assessore Tofani). Anche Serra (insieme agli altri consiglieri renziani doc Volpi e Troili) dovrà dunque remare dalla stessa parte: un boccone amaro da digerire per chi per sette mesi ha tenuto sulla graticola il sindaco (e la maggioranza) e il “papà” politico. Crisi rientrata dopo lungi conciliaboli, ma i consiglieri ribelli sono sempre sul piede di guerra. Senza dire che Fioroni si trova a sostenere chi qualche anno fa lo voleva senza mezzi termini rottamare.

Insomma, le vie della politica sono sempre infinite e gli avversari di ieri diventano gli alleati di oggi. Bisogna vedere che cosa ne pensano i cittadini. Troppo spesso dimenticati da chi invece dovrebbe pensare soprattutto a loro.

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