Backstage – Il biotestamento della discordia

Backstage – Il biotestamento della discordia

Homepage - I parroci di alcuni paesini del Molise hanno decise di suonare le campane a morto contro l'approvazione della legge sul biotestamento. Peraltro al primo passaggio parlamentare alla Camera, adesso dovrà essere esaminata e approvata dal Senato. Dunque, non si tratta ancora di una legge dello Stato. E allora perché? Che senso ha una protesta del genere? Onestamente nessuno.

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I parroci di alcuni paesini del Molise hanno decise di suonare le campane a morto contro l’approvazione della legge sul biotestamento. Peraltro al primo passaggio parlamentare alla Camera, adesso dovrà essere esaminata e approvata dal Senato. Dunque, non si tratta ancora di una legge dello Stato. E allora perché? Che senso ha una protesta del genere? Onestamente nessuno. Non c’è ragione alcuna per alzare steccati ideologici o religiosi di fronte ad un provvedimento che, quando diverrà operativo, non costituirà obbligo per nessuno: darà solo la possibilità a chi lo desidera (e soprattutto a chi ne ha il coraggio) di disporre interventi sulla propria persona qualora dovesse essere colpito da gravissime malattie che minano il senso stesso della vita.

Tutto qui, senza se e senza ma. Il biotestamento è un passo avanti fondamentale sulla strada della civiltà. Un passo che, peraltro, in Italia arriva con notevole ritardo rispetto alle altre nazioni europee. Chi la pensa in modo differente non ha alcun impegno di aderire a siffatte linee: lo Stato è laico per sua natura, ma non obbliga nessuno e rispetta le idee e le ideologie di tutti. Il gesto dei parroci molisani è certamente rispettabile, ma non ha alcun valore giuridico e nemmeno etico. Una presa di posizione arcaica e immotivata che riporta l’Italia indietro di decenni, equiparandola ad uno di quei sedicenti stati teocratici dei quali non solo non si sente la mancanza, ma che soprattutto tanti danni hanno provocato e continuano a provocare in virtù di un dogmatismo non ammissibile in una nazione moderna e democratica.

Questa è un po’ come la storia del divorzio (o anche dell’aborto). Legge che fu fieramente avversata dall’allora Democrazia cristiana, che tra le motivazioni della sua avversione inseriva il fatto che la possibilità di sciogliere il vincolo matrimoniale rovinasse le famiglie. Come se un amore finisce, se c’è una legge che permette di farlo. Uno schiaffo alla logica e alla civiltà. E comunque non c’è alcun obbligo a divorziare e niente obbliga una donna ad abortire. E allora l’iniziativa di quei monsignori è soltanto un inutile sbandierare ai quattro venti le proprie convinzioni. Che nessuno intende in alcun modo ledere. Ma chi la pensa diversamente ha il diritto di potersi comportare in altro modo. E niente e nessuno possono impedirlo.

Foto Fisioterapy Center

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