I Cimini

A TUTTA TUSCIA, LA SELVA DELLE MERAVIGLIE DEI CIMINI

di Simone Carletti

 

 

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita…”

Impossibile tenere lontani dalla mente i versi del sommo poeta Dante Alighieri quando si passa all’interno di questo bosco. Il sole è salito da poco e già ci troviamo, con Daniela e Roberto, nel punto più alto del Viterbese: la famosa faggeta. Una fitta distesa di faggi che non lasciano quasi passare il sole a terra. D’estate è uno dei luoghi più gettonati dalle persone della zona. Come dargli torto? Non è così raro incontrare scoiattoli e altri piccoli animali e c’è chi ama arrampicarsi sui grossi massi che è possibile trovare in alcuni punti, nascosti tra la vegetazione. Camminiamo un po’ per i sentieri tracciati e ci prepariamo a scoprire uno dei luoghi più incantati della Tuscia, pieno di bellezze ma anche di grandi attrattive per i palati: i Cimini.

Ho avuto modo di sbirciare, nel momento della colazione, la mappa su cui Daniela ha tracciato il percorso di una nuova giornata ‘A Tutta Tuscia’. Escursione impegnativa quella che ci troviamo ad affrontare oggi ma non ci faremo mancare, oltre alla visita a posti suggestivi, anche qualche sapore del Marchio Tuscia Viterbese.

 

 

DATEMI UN CASTELLO …

Il nostro tour della Tuscia tocca le zone “montane” dell’area Cimina, con i loro caratteristici borghi arroccati sulle alture circondate da boschi di faggi, lecci, pini, castagni e noccioleti. I Monti Cimini nascono da una catena di vulcani il cui picco più alto è il Monte Cimino (1053 m s.l.m.) e anche il Lago di Vico, che vanta il primato di altitudine tra i bacini lacustri italiani (507 m s.l.m.), ha origine vulcanica. Insomma questa, millenni fa, era una zona di fuoco e lapilli e oggi è un’area fertile e rigogliosa.

Dopo una passeggiata capace di riossigenare la mente e il corpo ci sentiamo in grande forma per puntare dritti su Caprarola. Il piccolo comune è reso celebre dal Palazzo Farnese, residenza tardo cinquecentesca dell’illustre famiglia del Rinascimento italiano che proprio nella Tuscia aveva gran parte dei suoi possedimenti: i Farnese.

Il Palazzo, che si erge sulla parte più alta del borgo, venne concepito come fortezza dal card. Alessandro Farnese senior (il futuro papa Paolo III), che commissionò il progetto all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane. Tuttavia i lavori di costruzione dovettero essere sospesi pochi anni dopo l’inizio perché il cardinale fu eletto al soglio pontificio. Vennero ripresi dopo circa 25 anni dal nipote, il card. Alessandro Farnese junior, detto “il Gran Cardinale”, che trasformò l’edificio in una magnifica villa affidandone il progetto a Jacopo Barozzi da Vignola. Di pianta pentagonale con cortile centrale circolare, il Palazzo si presenta come uno dei più preziosi esempi di arte tardo rinascimentale: al suo interno, le stanze completamente affrescate da grandi artisti dell’epoca (come i fratelli Zuccari, Antonio Tempesta, Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, Giovanni Antonio da Varese) narrano i fasti della famiglia Farnese e rivelano tutto l’apparato mitologico ed ideologico alla base delle loro imprese più importanti (come il Concilio di Trento aperto da Paolo III). La visita prosegue ai bellissimi giardini all’italiana e al Parco del Palazzo: fontane, giochi d’acqua e sentieri nel bosco ci conducono fino alla Palazzina del Piacere, residenza temporanea, nei secoli fino ai giorni nostri, di nobili, principi (tra gli ultimi Carlo d’Inghilterra nel 1995) e presidenti (Luigi Einaudi dal 1948 al 1955).

Ma Caprarola non deve la sua eccellenza solo ai Farnese. Viene infatti anche considerata come la “capitale” della Nocciola Gentile Romana D.O.P., una particolarissima varietà di nocciole coltivata in tutta la zona dei Monti Cimini e che trova larga esportazione in tutto il mondo. In Italia è alla base della più commercializzata crema di nocciole e, localmente, è ingrediente insostituibile di moltissime preparazioni gastronomiche della tradizione viterbese. Un mare di bellezza che dà vita, grazie al lavoro certosino di tantissime persone, a una montagna di bontà.

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PIRANDELLO, PASOLINI, DE ANDRE’ E DARIO ARGENTO, ECCOVI SORIANO

Come Luigi Einaudi non vorrei mai lasciare Caprarola, sarebbe bello poter rimanere ancora un po’ a guardare meravigliati l’eleganza di Palazzo Farnese ma la giornata è breve e la missione di ‘A Tutta Tuscia’ sui Cimini deve andare avanti. Risaliamo in macchina per una nuova meta: Soriano nel Cimino. Mi viene da pensare che la poesia di questi luoghi ha ispirato moltissimi intellettuali, come Pirandello e Pasolini che scelsero di vivere proprio a Soriano e nei dintorni (Paolini acquistò una torre nella frazione di Chia e girò molte scene dei suoi film nella Tuscia). Avete presente la scena del battesimo nel Giordano del Vangelo Secondo Matteo? Beh, forse non sapete che il fiume immortalato da Pasolini non è quello della Palestina ma il fiumiciattolo che scorre alle pendici della Torre di Chia. Per i più “modernisti” altra informazione niente male può essere quella di un Fabrizio De Andrè innamorato di Soriano. Chi non c’è ancora stato confessi di avere voglia di mettersi in macchina per raggiungerci!

Senza scomodare troppo poeti e intellettuali a noi più vicini e rimanendo tra illustri dinastie e residenze principesche a Soriano nel Cimino, alle pendici dell’omonimo monte, grazioso borgo medievale, andiamo ad ammirare l’imponenza di Castello Orsini. Anni fa, all’interno di questo maniero, realizzò una mostra horror Dario Argento in persona. E girando per la sequenza di stanze, un tempo adibito anche a carcere, non vi nascondo di aver sentito qualche brivido sulla schiena. La leggenda parla infatti di un fantasma che si aggira da queste parti e fa da custode al castello.

Perdendosi tra i vicoli antichi, si possono ammirare le tipiche case in tufo con i caratteristici profferli (scale esterne in pietra, come a Viterbo), fontane a fuso e la celebre Fonte Papacqua adiacente al magnifico Palazzo Chigi – Albani. Il periodo dell’anno ideale per visitare Soriano è forse quello in cui si svolge la tradizionale Festa delle Castagne, prodotto tipico alla base di molti piatti locali. Due caldarroste non ce le facciamo mancare anche noi … mentre Daniela continua a raccontarci quello che ci capita sotto gli occhi. Sa tutto, anche le razze dei gatti che ci attraversano mentre camminiamo tra i vicoli.

 

 

 

PANCIA MIA FATTI CAPANNA CHE ARRIVA IL CONIGLIO VERDE LEPRINO

Il professor Alessandro Finzi, direttore del Consorzio Coniglio Verde Leprino, una trentina di anni fa ha selezionato una specie di coniglio che oggi fa bella mostra di sé all’interno del Marchio Tuscia Viterbese. L’allevamento storico, dove gli animali vengono cresciuti in una situazione a “zero stress”, si trova a Vasanello. Lo abbiamo raggiunto per capire meglio cosa viene fatto da queste parti. L’allevamento è a terra e gli animali non vengono trattati con nessun farmaco. In questa maniera è possibile portare sulle tavole un prodotto veramente biologico. Anche la riproduzione avviene in maniera naturale e il professore Finzi ci spiega che nell’allevamento di conigli non è poi una cosa tanto usuale.

Daniela ci racconta di quanto il Coniglio Verde Leprino l’abbia più volte aiutata a fare bella figura a tavola con i suoi ospiti. C’è da crederci.

Ci sediamo in un tipico ristorante del posto per mangiare zuppa di castagne e funghi ma prima di ordinare facciamo una telefonata al nostro amico Flavio Verzaro, esperto di vini, per farci consigliare cosa bere da queste parti. E’ così che assaggiamo dei vini della cantina sociale di Vignanello mentre Daniela ci racconta qualcosa anche su questo posto e sul meraviglioso Castello Ruspoli con i suoi giardini.

 

 

 

RONCIGLIONE, CITTA’ DEL CARNEVALE

A tavola è tutto un ricordare cosa abbiamo fatto nella mattinata. Dalla “selva oscura” della faggeta ci siamo spostati al bellissimo Palazzo Farnese di Caprarola e subito dopo abbiamo passeggiato tra le stanze del Castello Orsini, pensando a Pirandello, De Andrè e Pasolini. Ci rendiamo conti, con i ragazzi, che i Cimini sono un luogo pieno zeppo di posti da vedere e località da esplorare. Un crocevia di storia e di storie ma anche di sapori unici. Decidiamo, appesantiti dal buon ristoro, di finire questa escursione ‘A Tutta Tuscia’ a Ronciglione. Altra città ricca di storia, con la bellissima fontana degli unicorni, che rimandano ai signori di un tempo: i Farnese. Ci mettiamo seduti a un bar vicino alla fontana e Roberto ci racconta del fantastico Carnevale che ogni anno viene festeggiato a Ronciglione, tra balli, sfilate di carri, corse dei cavalli e mascherate. Ci promettiamo di venirci insieme nel 2014 e ci congediamo, per il momento, da questa prima avventura con ‘A Tutta Tuscia’.

 

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