Andrea Egidi si dimette da segretario provinciale del Partito Democratico

Andrea Egidi si dimette da segretario provinciale del Partito Democratico

Homepage - Andrea Egidi lascia la guida del Partito Democratico nella provincia di Viterbo. Una decisione maturata dopo l'esito del voto del 4 marzo. Dopo la batosta del partito alle politiche, dove i candidati dem sono stati doppiati dal centrodestra e superati abbondantemente dal Movimento Cinque Stelle, e quella personale del segretario alle regionali.

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Andrea Egidi lascia la guida del Partito Democratico nella provincia di Viterbo. Una decisione maturata dopo l’esito del voto del 4 marzo. Dopo la batosta del partito alle politiche, dove i candidati dem sono stati doppiati dal centrodestra e superati abbondantemente dal Movimento Cinque Stelle, e quella personale del segretario alle regionali.

“L’esperienza maturata in questi dodici anni di direzione politica mi ha insegnato che i problemi vanno sempre affrontati con la massima lucidità e nettezza. L’esito del voto consegna un risultato negativo sulle politiche che va interpretato e al quale tutti hanno il dovere di dare una risposta. Le elezioni regionali hanno fortunatamente consegnato la vittoria di Zingaretti ma non possiamo fare finta che anche quel turno elettorale non abbia dato un segnale.

Un tempo si sarebbe detto che in passaggi come questi serve saper dare un segnale al popolo e al Partito. Faccio mio questo insegnamento e credo che l’unico segnale da dare agli elettori e al partito sia questo: la mia esperienza da segretario provinciale è terminata, dopo quasi otto anni di impegno intenso e faticoso, con molti risultati che mi rendono orgoglioso di un lavoro troppo spesso silenzioso e umile ma significativo per tutti noi”. Le parole lapidarie di Egidi.

“Chiederò nelle prossime ore al presidente dell’assemblea provinciale di convocare l’organismo per aprire la discussione su come il Pd in tempi certi e brevi si metta nelle condizioni di avere di nuovo una guida solida e unitaria per ricostruire un lavoro di cui i nostri elettori e queste terre hanno bisogno. Questo atto non significa un abbandono ma un modo per riaprire una discussione positiva e libera da qualsiasi condizionamento politico o personale tra di noi, per il bene del Pd, che resta per me la casa comune da tutelare oltre che un patrimonio straordinario di passione e intelligenze’’.

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