All’Isola che non c’è è accaduto di tutto, storia di una domenica di rottura

All’Isola che non c’è è accaduto di tutto, storia di una domenica di rottura

Homepage - In tre ore di questa domenica mattina è successo di tutto. All'interno dell'Hotel Salus la prima tappa de 'L'isola che non c'è'. Dallo sdegno di Alfonso Antoniozzi per la Viterbo attuale alla speranza di Massimiliano Capo, per le eccellenze di questo territorio.

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Buona presenza di pubblico alla tappa zero dell’Isola che non c’è. Un pensatoio voluto da Fondazione per costruire una piattaforma d’idee da mettere a disposizione della città di Viterbo. Idee all’interno delle quali permettere agli interessati di muoversi, conoscersi, fare rete e costruire insieme.

E’ apparso di tutto nei due luoghi dell’evento, dalle 10 alle 13 di domenica mattina presso l’Hotel Salus. “Soddisfatti di come sono andate le cose – la somma tirata da Gian Maria Santucci -. Ci sono cose da migliorare ma ci interessava iniziare questo percorso. Sono venute tantissime associazioni, alcune non sono riuscite a parlare e provvederemo con i prossimi incontri. Invece siamo riusciti a bloccare la Tuscanese e in diversi non sono riusciti a trovare un parcheggio”.

Fondazione ha deciso di commentare la giornata scusandosi. “Iniziamo con le scuse. A tutti quelli che sono passati sulla Tuscanese e l’hanno trovata bloccata, a tutti quelli che volevano entrare in albergo e se ne sono andati senza aver trovato parcheggio, a tutti quelli che volevano parlare e non siamo riusciti a far intervenire, a tutti quelli che per ore hanno ascoltato rispettosamente fino all’ultima parola e tornano a casa con qualche dubbio in più. Scusateci, faremo di meglio. Perché questo è solo l’inizio”, si legge in un post facebook sulla pagina ufficiale dell’associazione.

 

Dentro l’incontro

Tutto si è svolto in due luoghi: il palco centrale e un corner per le interviste. Nel primo posto una serie di incontri tematici: le buone pratiche viterbesi, i trasporti, l’oro della bellezza e il futuro di Viterbo (cultura). All’inizio “l’uno contro tutti” del presidente della Provincia Mauro Mazzola. Nello spazio interviste sono invece state accolte un centinaio tra associazioni e cittadini. Qui è stato effettivamente raccolto il materiale su cui lavorare, le idee e le buone pratiche già esistenti.

 

L’alfa e l’omega dell’incontro: dall’apertura di Antoniozzi al discorso di Capo

Alfonso Antoniozzi, il primo a salire sul palco si è presentato con una istantanea piuttosto grigia sullo stato di Viterbo. Ha parlato dell’Unione, del funerale della cultura, dell’assenza di una visione sulla città, soprattutto per quanto riguarda il panorama culturale. Ha portato in sostanza sul palco lo sdegno per come vanno le cose a Viterbo.

A invertire la polarità e a lanciare un messaggio di ottimismo, contrapponendosi al discorso di Antoniozzi, ci ha pensato Massimiliano Capo. Lui ha sottolineato le eccellenze viterbesi, le energie vere che magari restano nascoste ma ci sono. A indicato a testimonianza di ciò l’esperienza del FabLab all’ex mattatoio di Valle Faul, ma ha anche indicato i suoi compagni di tavolo: dall’eccellenza della Biblioteca rappresentata da Paolo Pelliccia a quella del teatro di Gian Maria Cervo, passando per il Tuscia Film Fest di Morucci e all’arte di Andrea Alessi.

 

Associazioni e istituzioni alla pari

Sul palco dell’Isola uomini delle istituzioni come il consigliere regionale Enrico Panunzi (che ha parlato di trasporti e quindi di Cotral, pendolari e trasversale), Daniele Sabatini (di politiche per la famiglia) e Mazzola che ha anche scritto una lettera a Babbo Natale in diretta. Chiedendo più occupazione per la Tuscia.

Spazio a tante buone pratiche delle associazioni: da Erinna rappresentata da Anna Maghi a Viterbo con Amore di Domenico Arruzzolo, passando per la bella realtà di Cuore di mamma onlus, che si occupa dell’accoglienza delle famiglie che hanno i figli ricoverati al Bambin Gesù. Presenti anche dinamiche realtà come l’associazione Bagnaccio, che ha tracciato una nuova rotta nel termalismo libero viterbese. Spazio anche a aggregatori civici come Viterbo Civica di Lucio Matteucci e Gens Nova.

 

La telefonata di Alfio Marchini, candidato sindaco di Roma

E’ un simbolo della politica fluida, lontana dalle ideologie, Alfio Marchini. Famiglia di costruttori vicini al Partito Comunista, nonno partigiano nella Resistenza romana e oggi gradito anche a Berlusconi come candidato sindaco di Roma. E’ intervenuto per qualche minuti, telefonicamente, sul palco della manifestazione.

Foto Fisioterapy Center

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