Al Comune di Viterbo rimane solo una strada: la campagna elettorale e il voto
Editoriali - Rimane solo la campagna elettorale da attendere nella sua esplosione più virale e poi il voto. La maggioranza di Leonardo Michelini respira affannosamente, è come se sospirasse a ogni passo a ogni decisione a ogni minuto che passa.
Rimane solo la campagna elettorale da attendere nella sua esplosione più virale e poi il voto. La maggioranza di Leonardo Michelini respira affannosamente, è come se sospirasse a ogni passo a ogni decisione a ogni minuto che passa.
Prospettiva, visione, cambiamento sono solo parole sventolate in campagna elettorale. Poi il vento non ha prodotto quanto annunciato ormai quasi cinque anni fa. Tutto è finito, con le mille difficoltà che il quadro politico locale dovrà affrontare per generare altri schemi di governo possibile.
Tra consiglieri persi e passati alla minoranza, civici vestiti da Mo.Ri e Viva Viterbo in rotta di collisione con il Partito Democratico i giochi sono finiti. Il tutto si trascina ormai stancamente e tutti sembrano voler andare avanti spinti da una sola forza concreta: l’inerzia.
L’amministrazione Michelini è diventata un guscio vuoto. Svuotata dalle faide tra i gruppi politici e all’interno degli stessi. I consigli comunali sono ridotti a “guerriglia” disorganizzata e a schermaglie. Capacità d’incidere sul territorio ridotta ai minimi termini. Peccato, perché questi cinque anni potevano davvero segnare un cambiamento. I cittadini l’avevano vista così, poi è andato in scena un altro film.
Si apparecchiano mesi di corpo a corpo, propaganda all’arma bianca e macchine del fumo pronte a rimescolare i confini dell’ambiente. Poi il bivio: “il gattopardismo” o “l’armageddon”. Tutto nella roulette delle urne.