A Viterbo come a Napoli, arriva il caffè sospeso
Homepage - Il caffè è quello della "macchinetta" e tutto è partito dal basso. Precisamente a metterla in essere sono stati gli operatori del servizio. Come funziona? Molto semplice. Hanno messo un cartello vicino alla macchinetta. Sopra un testo semplicissimo.
Quando un cliente ordina un caffè sospeso, si trova a pagare due caffè pur ricevendone uno solo. In questo modo, quando una persona bisognosa entra nel bar può chiedere se c’è un caffè sospeso: in caso affermativo, riceve la consumazione di una tazzina di caffè come se gli fosse stata offerta dal primo cliente.
Questa la descrizione tecnica di un semplice gesto solidale che nasce a Napoli ma da qualche giorno è diventato realtà anche nel capoluogo della Tuscia. L’iniziativa, la prima in città, è partita dal Collocamento Mirato per Disabili di Viterbo.
Il caffè è quello della “macchinetta” e tutto è partito dal basso. Precisamente a metterla in essere sono stati gli operatori del servizio. Come funziona? Molto semplice. Hanno messo un cartello vicino alla macchinetta. Sopra un testo semplicissimo: “Vuoi offrire un caffè a qualcuno che poi passerà a prenderlo? Chiedi la “chiavetta” al Collocamento Mirato (stanza 1 e 4) inseriscila in questa macchinetta del caffè e metti 40 centesimi. Poi riconsegna la chiavetta e buona giornata. Oppure gustati il caffè che ti ha offerto qualcuno”.