Paura per il futuro del Giovanni XXIII

Paura per il futuro del Giovanni XXIII

Cronaca - Festività angosciate per i lavoratori del Giovanni XXIII. La struttura dopo i passati anni di gloria sta vivendo una situazione di degrado. I lavoratori, spaventati per il proprio futuro, hanno deciso di lanciare un appello a Zingaretti e Michelini.

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Dell’eccellenza che il Giovanni XXIII ha rappresentato fino al 2008 non ne rimane traccia. Gli ultimi cinque anni sono stati segnati dal degrado progressivo della struttura e della gestione manageriale. Tutto questo non fa trascorrere giorni sereni ai lavoratori, quelli direttamente assunti a vario titolo dal centro geriatrico e quelli dei servizi a contratto: mensa, pulizia e portineria. Una cinquantina di persone che si preparano a vivere un Natale pieno di paure e incertezze per il futuro. Per questo hanno deciso di rompere il silenzio e intervenire sulla stampa lanciando un grido disperato al presidente della Regione Nicola Zingaretti e al sindaco di Viterbo Leonardo Michelini.

“Il Giovanni XXIII – dichiarano i lavoratori – rischia la chiusura. Gli edifici sono sempre più fatiscenti e il numero degli ospiti basso rischia di innescare il collasso finanziario. Chiediamo con urgenza a Zingaretti e Michelini di occuparsi veramente della questione. Se si continua di questo passo circa cinquanta famiglie rischiano di perdere il posto di lavoro e i cittadini subiranno il venir meno di una realtà che per lungo tempo ha rappresentato un punto di riferimento di eccellenza per il territorio”.

“Chiediamo a gran voce – continua il personale in servizio – che la politica si faccia carico di questa situazione vergognosa e preoccupante. Vogliamo che venga nominato un nuovo cda, guidato da un presidente autorevole, con comprovate capacità e radicamento nel territorio. Pretendiamo, aspetto fondamentale, che venga fatta chiarezza sulla vertenza in atto sulla RSA, per capire una volta per tutte di chi è la reale proprietà. Lo stesso appello disperato lo rivolgiamo al commissario della Asl di Viterbo Luigi Macchitella, affinché sostenga le nostre richieste di chiarezza e di garanzia per il futuro del Giovanni XXIII e di noi lavoratori”.

“Qualcuno – rilancia il personale – sta tentando di “uccidere” il centro geriatrico viterbese dal 2008. Scelte scellerate e sostanziale disinteresse hanno generato una situazione insostenibile e che dovrebbe essere intollerabile anche per i cittadini”. Da cinque anni il Giovanni XXIII ne ha subite di tutti i colori: cda incompleti (come quello attuale), commissariamenti, etc. “Eravamo una struttura in attivo. Gestivamo con continuità 60 ospiti nella RSA e 130 nella casa di riposo. Oggi abbiamo soltanto 75 ospiti in quest’ultima. Quanti soldi sono andati persi? E perché? E’ ora che la politica si faccia carico di questa triste realtà o siamo disposti anche a gesti eclatanti”, afferma con fermezza il personale.

 

 

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