4 secoli di storia, 400 figuranti. Ecco il Venerdì Santo di Bagnoregio

4 secoli di storia, 400 figuranti. Ecco il Venerdì Santo di Bagnoregio

Storie - Una rappresentazione scenica della Passione di Cristo capace di smuovere emozioni incredibili. Fino a un finale insolito, che sa mettere nel cuore anche di chi non crede un profondo senso di rispetto.

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Quattrocento anni di storia, quattrocento figuranti. La Processione del Venerdì Santo a Bagnoregio è così. Uno dei momenti della collettività più sentito dell’anno, tantissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Da quando Civita ha iniziato a tirare il mordente dello sviluppo turistico è così.

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L’appuntamento è per le 21,30, nel centro del paese. Un evento preceduto da un altro, anche questo che si ripete da quattro secoli: il trasporto del crocifisso di Civita a spalla fino a Bagnoregio, per la processione della sera.

La gente del posto si tramanda la leggenda del falegname che ha dovuto segare le braccia del Cristo in croce per poterlo distendere su una bara, successivamente morto. E sempre un’altra storia vuole che lo stesso Cristo di legno debba ritornare la notte stessa a “dormire” a Civita pena il possibile crollo di quest’ultima.

La sera l’atmosfera del paese di carica di grande energia. Gli oltre 400 figuranti si preparano, di questi circa cento indossano preziosi costumi d’epoca, disegnati dal compianto architetto Luciana Bartolini e realizzati da artigiani locali.

Sfilano in silenzio per le vie del paese, dopo aver atteso la flagellazione del Cristo sulla piazza principale. Fiaccole accese illuminano ogni dove, tracciando il percorso scenico dell’evento. La parte sicuramente più toccante e originale è la deposizione di Gesù nella bara. Una bara che attraversa la via centrale del paese portando nel silenzio più totale i presenti. Tutta gente ferma, in silenzio, con il capo chino.

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